Incontri con il Piccolo Popolo

Siete pronti ora a varcare il sottile confine che separa i nostri mondi?
Solo con la purezza nel cuore, con ferma volontà e scintillante fantasia sarete accettati nel Regno di Luce.

Per prepararci a questo passo è utile tener conto che vi sono giorni e ore particolari, i quali sono d’aiuto ai mortali che cercano il Regno delle Luce. Questi giorni e queste ore sono intrisi di vibrazioni magiche che assottigliano il velo tessuto tra il nostro mondo e il loro, dalla nostra propensione ad aggrapparci alle cose materiali. Se intendete fare di questi giorni e ore  fatati un uso pratico troverete utile celebrarli con una preghiera rituale alle divinità correlata alla vita delle fate, come ad esempio Pan, il dio con le corna, il guardiano spirituale delle fate nel suo aspetto maschile e i tre volti della della natura, ossia Diana, Artemide e Aradia, ispiratrici del popolo fatato e, cosa più interessante collegate alla nostra percezione  conoscenza di quel regno, i nomi di questi numi tutelali sono greci, ma essi appaiono anche nella mitologia celtica nelle sembianze di Ahrianrad, la dea delle stelle, o Brigit la dea della luna, e la regina Aine (pronuncia “Oni”), la dea delle fate.

Accendete una candela per intonare la vostra preghiera; potete scegliere le parole che desiderate, ma ricordate di mantenere un atteggiamento rispettoso e di formulare chiaramente nel cuore, nella mente e con le parole la vostra richiesta di sviluppare la vista sottile.

Tuttavia, pur se all’inizio esse sono portate agli scherzi e magari mentre le cercate vi condurranno in un’allegra danza, è importante non farsi mai prendere dall’esasperazione o dallo sconforto. Le fate sono un popolo antico e saggio; esse metteranno alla prova, anche in modo severo, il vostro senso dell’umorismo e la vostra buona volontà. Non si riveleranno mai a uomini di cattiva fede, con un brutto carattere o meschini, ne concederanno ad essi la loro amicizia o dei favori: pertanto, se avete avuto una pessima giornata, rimandate la vostra ricerca a quando vi sentirete meglio, e non prendetevela per i loro scherzi, altrimenti non sarete in grado di sviluppare la vista sottile. Oltre al seguente elenco di date, per comunicare con le fate sono propizi i giorni e le vigilie (la sera) soprattutto la notte del cinque gennaio, festa celtica di S. Ceera.

Le seguenti tecniche sono un modo utile per sviluppare la seconda vista, quella che possiedono i sonnambuli. Tutti gli uomini possono recidere il velo sottile che protegge i mondi. E’ utile, come in tutte le cose, un esercizio costante. 

Praticate all’aperto o in una stanza purché sappiate di non essere disturbati da nessuno per una mezzora. Sdraiatevi sulla terra, chiudete gli occhi, iniziate un respiro lento e profondo. Stampate uno dei testi sotto. Trovate un amico che vi legga molto lentamente il testo o registratelo su una musicassetta. Sarebbe utile una buona musica di sottofondo. 
Svegliatevi lentamente solo quando il vostro corpo sarà pronto. Potranno passare anche 10 minuti, non ha importanza.

Appena la vostra coscienza sarà attiva annotate su un quaderno tutto ciò che avete visto. A questo punto posso solo dirvi buon viaggio! 
Invocazione delle quattro stelle del destino
Trovare il proprio animale fatato  
Trovare il proprio alleato nella terra di luce

Sono particolarmente favorevoli le calende (il primo giorno) di ogni mese:
Imbolc (1 febbraio)
Beltane (30 aprile)
Lammas (1 agosto)
Samhain (31 ottobre)

Altri giorni propizi per incontrare gli esseri luminosi sono:

Lady Day (25 marzo)  
Notte di Valpurga (vigilia di Calendimaggio 30 aprile) 
Vigilia di San Giovanni (23 giugno)
Giorno di San Giovanni (24 giugno)
Primo giorno di primavera, estate, autunno e inverno
(rispettivamente 21 marzo, 21 giugno, 23 settembre e 21 dicembre)
Samhain/Halloween (vigilia di Ognissanti 31 ottobre)

Il lunedì, il martedì, il giovedì, il venerdì e la domenica sono sempre stati considerati giorni utili per vedere le fate, sebbene io non abbia mai trovato nulla di sbagliato nel giorno di Mercurio (mercoledì) o in quello di Saturno (sabato)

Le ore più propizie per vedere le fate sono quelle del primo mattino quando il sole sorge, il mezzogiorno, le ore del crepuscolo quando scende la sera (in particolare quel momento, in primavera e in estate, appena prima che le ombre comincino ad e allungarsi) e la mezzanotte.
I fuggevoli istanti dell’alba e del tramonto, quando il canto degli uccelli ci addolcisce il cuore e il mondo intero sembra cadere sotto un incantesimo sono particolarmente fatati.

Le condizioni più favorevoli per vedere le fate sono la piena luce solare, la delicata luminosità della sera o dell’alba, oppure il bianco e lucente chiarore della luna piena, anche se si ritiene che qualsiasi notte rischiarata dalla luna sia propizia per vedere le fate.
Anche la luna nuova e l’ultima notte della luna vecchia che, come dice la leggenda, “dà l’addio alle isole incantate d’occidente”, sono momenti di magia del quale è possibile vedere coloro che abitano nella Terra degli Elfi.

Il piccolo popolo ama la notte, perché l’oscurità dona guida e mistero.
Gli Esseri di Luce si animano, appena oltre il nostro campo visivo. 
Immaginate uno stile di vita in cui la saggezza si sviluppava attraverso storie narrate più volte nottetempo e in cui le immagini venivano trovate nei lunghi silenzi dell’inverno.
Il crepuscolo cala silenziosamente al tramonto ed è la soglia degli inizi. 
Le cose appena nate vengono forgiate durante la notte. Come un grembo che protegge la terra e coloro che la abitano, le tenebre donano un sicuro passaggio verso il nuovo.

Secondo le antiche tradizioni, la luna e venerata come regina luminosa e beata della notte. Quando
vedevano la luna nuova che si alzava in cielo, gli uomini e le donne scozzesi e irlandesi si inchinavano gentilmente piegando un ginocchio, in ammirazione. “Salute a te, luna nuova, gioiello di dolcezza! “
Scintillante nel cielo notturno come una giovane regina prodiga di saggi consigli e di buona fortuna, la luna nuova dona grazia e piaceri puri alla vita quotidiana. Rappresenta la tenerezza, la compassione e l’intelligenza di un cuore gentile.

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