Re Agrifoglio

Le prime tracce del Re Agrifoglio risalgono al XII Secolo. Era la trasposizione dell’antica  entità chiamata Uomo Verde.  Ho sempre percepito l’agrifoglio come qualcosa che proietta uno straordinario senso di forza e chiarezza, una forma dignitosa di fermezza, prodotta dall’equilibrio fra testa e cuore. Grazie a quest’equilibrio, non solo si vedono chiaramente tutti gli aspetti di una decisione, ma si prova anche una sincera compassione per tutte le persone coinvolte. Una volta che mi sentivo giù, mi ritrovai a stringere fra le mani una foglia d’agrifoglio. Le spine non penetravano nella pelle, ma producevano un leggero dolore, era come se qualcuno mi dicesse: “Fatti coraggio! sei in grado di affrontare tutto quello che ti succede!”.

In molte località dell’Europa è ancora usanza accendere falò di querce per celebrare il ‘passaggio’ di metà inverno (21 dicembre). In alcune tradizioni, la quercia è il re della metà crescente dell’anno (durante la quale il giorno si allunga), e l’agrifoglio è il re dell’altra metà. Una credenza di origine sconosciuta ancora molto diffusa nelle campagne delle isole britanniche vede nell’agrifoglio la personificazione delle forze maschili della natura e nell’edera quella delle forze femminili. Tagliando le siepi, molta gente, soprattutto nel Galles, fa attenzione a non danneggiare gli alberi di agrifoglio.

Una ballata medievale dell’Inghilterra, dove l’ agrifoglio è ancora il sempreverde più utilizzato a Natale, ne difende la tradizione: “Chi parla male dell’agrifoglio”, in un baleno verrà impiccato. Alleluia!” Nella tradizione pre-cristiana, l’agrifoglio non viene citato spesso, se si eccettuano quei documenti che contengono le formule magiche dei dottori sciamani-erboristi anglosassoni. Un manoscritto, ad esempio, riporta un rimedio per lo stomaco che veniva preparato bollendo frammenti di foglie nel latte fino a farli diventare teneri. Tre frammenti andavano mangiati di mattina e tre di sera dopo i pasti (il numero tre ricorre spesso, in quanto numero sacro per il Piccolo Popolo). 

L ‘agrifoglio è l’unico albero sempreverde dell’Europa Nord occidentale. È presente anche nell’ Europa Centrale, dove tuttavia, rimane delle dimensioni di un arbusto. Le foglie lucide, cerose, spesse, con spine ai bordi, sono sorprendenti. Le spine delle foglie sono aguzze, ma si ammorbidiscono verso la parte superiore della chioma (quella che gli animali non possono raggiungere).
Spesso l’agrifoglio tende a socializzare con la quercia e la sua distribuzione è simile. L’agrifoglio non resiste alle gelate dei duri inverni, e non si trova perciò in Europa Orientale. Ha bisogno di un’alta foresta che protegga dal freddo. Cresce in pascoli boschivi e in boschi decidui aperti, preferibilmente di querce. È anche l’unico albero che può vivere all’ombra del faggio. Cresce con pazienza e lentezza, di conseguenza il suo legno è di altissima qualità, duro, resistente e pesante. L ‘agrifoglio non chiede molto al suolo, cresce su terreni sabbiosi, leggermente acidi e calcarei. Gli alberi di agrifoglio possono raggiungere i 250-300 anni di età.

Ci sono alberi maschi e alberi femmina. L ‘agrifoglio inizia a fiorire quando raggiunge i 20 anni circa: i fiori sono piccoli, bianchi e leggermente profumati, e appaiono in maggio e in giugno sui nodi delle foglie. In genere l’ albero è dioico (maschio e femmina), ma dove la distribuzione è troppo sparsa per la fertilizzazione (tramite insetti), l’agrifoglio crea degli individui che assicurano la continuazione locale della specie producendo entrambi i tipi di fiori su un solo albero. Le bacche, inizialmente verdi e poi, in autunno, di un bel rosso brillante, restano appesa all’albero per tutto l’inverno, rappresentando un’importante fonte di nutrimento per gli uccelli. I semi cominciano a germogliare solamente dopo il secondo o terzo anno.

Myrddn mezzo elfo 18 dicembre 2005 luna calante  

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