C’è un’isola lontana,
Circondata dalle onde luccicanti:
Una dolce rotta tra i flutti spumosi.
E quattro pilastri la sorreggono…
Sconosciuti sono il pianto e l’inganno
Nella terra fertile e accogliente:
Non vi è nulla di ruvido o di aspro,
Ma solo dolce musica che giunge all’udito.
Senza dolore, senza affanni, senza morte,
Senza malattie e senza sofferenze…
È questo il segno dell’Isola dei Felici:
Non esiste meraviglia simile a quel luogo.
La santità delle isole occidentali affonda le sue radici in un tempo mitico. Decine di isole lacustri e allargo delle coste alla Scozia e dell’Irlanda sono luoghi sacri, di pellegrinaggio e devozione. Per molto tempo l’immaginario dei Celti è stato ispirato dall’idea di isole incantate che attiravano i giovani e gli avventurosi, apparendo e scomparendo dalla vista, sostenute da pilastri luminosi che luccicavano al sole, avvolte da dolci melodie e ricche di doni per i virtuosi e i derelitti. “A ovest del Sole, per esempio, si trova l’isola di Iona, la terra sacra di san Columba” (Colm Cille).
Bran MacFeabhail è a un banchetto con i suoi capi quando una bellissima donna compare dal nulla. È cosi splendida che quando si presenta tutti trattennero il fiato. Rivolgendosi a Bran, la donna incomincia a cantare:
Le isole sono conosciute con molti nomi: Tir fo Thuinn, la Terra Sotto le Onde; Tir Nam Beo, la Terra dei Vivi; Tiirn Ail, l’Altroregno; Magh Meall, la Dolce Grande Pianura; la Pianura della Felicità. Tir na nog, la Terra dell’Eterna Giovinezza, è un luogo meraviglioso dove non esiste il tempo, almeno così come lo consideriamo noi.
Porto il ramo [di un melo] del[l’Isola dei Felici],
Simile per forma a quelli che conosci:
Ramoscelli di candido argento lo ricoprono,
E così gemme e boccioli di cristallo.
C’è un’isola lontana,
Circondata dalle onde luccicanti:
Una dolce rotta tra i flutti spumosi.
E quattro pilastri la sorreggono…
Sconosciuti sono il pianto e l’inganno
Nella terra fertile e accogliente:
Non vi è nulla di ruvido o di aspro,
Ma solo dolce musica che giunge all’udito.
Senza dolore, senza affanni, senza morte,
Senza malattie e senza sofferenze…
È questo il segno del[l’Isola dei Felici]:
Non esiste meraviglia simile a quel luogo.
La donna consiglia a Bran di abbandonare il banchetto e il vino, e gli chiede di compiere un viaggio attraverso il mare cristallino, a ovest, fino all’isola benedetta.
Similmente, nel ciclo di Fionn della tradizione irlandese, Finn e i suoi uomini, i Fianna, si stanno riposando a Lough Lene nel Keny, dopo l’ardua battaglia di Gowra. Nella nebbia del mattino di maggio, Finn e i suoi uomini mandano i cani a caccia, ma all’improvviso una giovane donna su un destriero bianco si ferma davanti a loro. È cosi bella che gli uomini trattengono il fiato. Il suo nome è Niamh dai Capelli d’Oro e suo padre è il re di Tir na nog, la Terra dell’Eterna Giovinezza. La fanciulla dice a Finn di essere venuta perché ama uno dei suoi figli, Oisin, talmente bello che della sua avvenenza si parla persino a Tir na nog. Pregando Oisin di seguirla, Niamh decanta le meraviglie dell’isola:
Non ti ammalerai e non invecchierai mai là. Nel mio paese non morirai mai. Gli alberi crescono alti e i rami si piegano carichi di frutta. La terra è attraversata da fiumi di miele e di latte che scorrono inesauribili. E, allo stesso modo avrai bellezza, forza e potere. E avrai me come moglie.
Oisin si congeda da suo padre, Finn, e da tutti gli amici. Un cavallo nitrisce tre volte e conduce i due giovani attraverso il mare, con le onde che si aprono al loro passaggio.
Ora chiudete gli occhi, date ascolto al cuore e viaggiate sull’Isola magica dell’Ovest, dove gli opposti si incontrano.
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