Betulla

D’ogni nuova vita graziosa nutrice,
d’ogni dispiacere indefessa protettrice,
Principessa di luce, che porti gioia dove vi è tristezza,
Grande Tessitrice sul telaio di madre natura,
mostraci il modo per ricominciare,
per camminare ancora, con cuore innocente,
per nutrire il bambino che è in noi ,ed estinguere la sua sete:
perché saranno i bambini a essere i primi.

La betulla è un’emanazione della Dea Bianca. Quando il clima cambia (ad esempio dopo una glaciazione o con la deriva dei continenti),il deva della betulla sparge i suoi semi sulle terre sterili per diffondere la vita e l’amore che il pianeta vuole esprimere. Fisicamente può sembrare morbida e umile, ma la betulla è una delle forze più potenti dell’universo: quella dell’amore e della sollecitudine.

La betulla è sempre stata considerata l’albero dell’inizio. Prepara la terra e anche l’anima. Le prime versioni degli antichi Veda indiani erano scritte su corteccia di betulla, e anche nell’antica Irlanda, la madre dell’apprendimento(come era chiamata talvolta la betulla) presiede l’alfabeto: la prima lettera b ,beth ,è la betulla. Nella mitologia irlandese, i primi segni organici furono incisi su legno di betulla, per avvertire il dio della Luce Lugh che sua moglie stava per essere rapita e portata negli inferi. La protezione della betulla è una forte caratteristica di molte tradizioni in tutta l’Europa: le culle di legno di betulla dovevano proteggere i bambini dalle cattive influenze e la famosa scopa di betulla era più che un pratico utensile domestico. Veniva usata per spazzar via “lo spirito dell’anno vecchio” e fare spazio al nuovo. Poi la si appendeva in cima al tetto o sopra alla porta come protezione .

I tronchi bianchi donano una aura magica e un aspetto fatato a questi boschi, infatti la betulla viene anche chiamata la Signora Bianca e in Irlanda e nel Galles è spesso associata al mondo delle Fate o all’altro mondo, Tir na nOg.

Secondo il #folklore, se lo spirito della betulla tocca la tua fronte, ti lascerà un impronta bianca su di te, e diverrai pazzo. Se sfiora il tuo cuore, sentirai i rintocchi della morte.

Allo stesso tempo compare come albero magico in numerosi sogni iniziatici durante i quali il futuro sciamano viene trasportato in viaggi astrali e incontra così gli Spiriti guida. Questa qualità di confine tra i mondi, è riconosciuta alla Betulla anche presso le culture di origine celtica dove viene considerata un albero delle fate.

Durante Beltane, una delle quattro feste stagionali celtiche che si celebrava il 1 maggio di ogni anno, le coppie di amanti andavano a fare l’amore nei boschi di betulle.

Scope di rami di Betulla, rigorosamente raccolti con rispetto e non strappati, vengono ancora oggi usate per spazzare il pavimento scacciando le energie negative, ripulendo e purificando l’aura del luogo.

Il simbolismo della sua corteccia, che si squama come la pelle di un serpente,richiama alla morte e rinascita, la trasformazione, un nuovo inizio, abbandonare la vecchia pelle per una nuova rigenerata.

Passeggiare in un bosco di tronchi occhieggianti di betulle alleggerisce l’anima, fa sentire accolti.

Il suo segreto sta nel cambiare pelle, nello sfaldarsi della sua corteccia, nel rinnovamento continuo e nel non attaccamento. La Betulla sa che la vita è un ciclo di morti e rinascite il cui cuore è il continuo mutamento, il ricambio, lo slancio che inizia le danze, la corsa verso la luce.

Tra i popoli slavi la Betulla era utilizzata come albero di rinascita nelle feste popolari e religiose tipiche della primavera. Si tagliava un’enorme pianta di Betulla e si posizionava nella piazza del paese. Si danzava a lungo attorno alla pianta eretta e poi, durante la notte stessa, si bruciava l’albero in un grande falò e le ceneri prodotte erano disperse nella terra. Questo rito era ripetuto una volta all’anno per scongiurare la venuta delle Rusolski, le Ninfe degli Stagni e dei Laghi. Secondo la leggenda queste straordinarie creature, nei giorni del disgelo, uscivano dalle acque dei fiumi vestite di bianco e insidiavano i viandanti che passavano tra i boschi di tronchi candidi. Quei malcapitati che non resistevano al loro fascino erano fatti prigionieri e uccisi. La Betulla è anche l’Albero Cosmico delle popolazioni siberiane: viene chiamata Il Custode della Porta perché apre allo sciamano la soglia del cielo.

Il neofita si arrampica su un tronco di Betulla e vi pratica nove incisioni a simboleggiare i Nove Livelli Celesti che lo sciamano deve attraversare per compiere il suo viaggio estatico. Gli alchimisti, interpretando i segni della sua corteccia, le hanno attribuito una connotazione femminile legata all’influsso di Venere e della Luna Piena. Si racconta che per lungo tempo questa pianta era connessa con la fertilità e le sue capacità magiche di guarigione. Ramoscelli di Betulla erano usati per donare fertilità al bestiame e ai giovani sposi e le culle dei bambini venivano costruite con questo legno. Il primo albero dell’alfabeto Ogham è la Betulla, simbolo di purezza e castità. La Betulla segnava l’inizio di un nuovo ciclo vitale, la porta per il nuovo anno celtico, che iniziava il primo novembre. Era ritenuta protettrice e guida spirituale di ogni nuova partenza, fisica o spirituale.

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