Prugnolo selvatico

Il pruno selvatico appare raramente nei miti, ma è molto comune nel folclore e nelle tradizioni popolari. I suoi fiori e le sue spine esprimono bellezza e protezione, vita e morte, luce e ombra. La visione del mondo sciamanica delle genti tribali comprendeva facilmente l ‘unità di queste forze. In seguito però la divisione della natura in ‘buono’ e ‘cattivo’ introdusse un giudizio di condanna.

I Lunantishee sono una tribù di faeries che proteggono i pruneti (il prugno è uno degli alberi considerati magici dalle popolazioni celtiche). Il loro compito è quello di non permettere che un ramo di questi alberi venga tagliato il giorno dell’11 Maggio o dell’11 Novembre. Chiunque tagli un ramo di un prugno in uno di questi giorni attirerà su di sé una buona dose di sfortuna.

Il pruno selvatico stava sicuramente dalla parte oscura, e durante l’era cristiana intorno adesso si creò l’immagine negativa di un oscuro e ostile albero delle streghe.
Il suo frutto aspro,le spine aguzze e l’aspetto poco gradevole lo resero un bersaglio facile per sospetti di ogni genere. Ovviamente il diavolo doveva aver corrotto quest’albero così poco attraente!
Si immaginava, ad esempio, che lè ‘streghe’ infilassero punte di pruno in figurine di cera, per causare dolore o morte ai loro nemici. Si raccontava che il diavolo stesso avesse “introdotto questa pratica, pungendo con una spina i suoi seguaci. Durante la caccia alle streghe il “marchio del diavolo” era considerato una prova sufficiente per infliggere una sentenza di morte.  Ma nell’Europa orientale il pruno selvatico mantenne un’immagine molto più positiva. Nei paesi slavi si credeva che il pruno selvatico e le sue spine proteggessero dalle streghe e da altri demoni. In una favola baltica proveniente da quella che è oggi la Polonia, si racconta che una notte Dio fece piovere fiori bianchi sopra il pruno come segno della sua innocenza.


In natura il pruno selvatico è un albero guardiano naturale che può isolare completamente un luogo creando una barriera impenetrabile attraverso cui nessuno può passare. Esso rappresenta anche un rifugio sicuro per i piccoli uccelli. Quest’aspetto quasi ‘genitoriale’ del prugnolo è stato sottovalutato dalla razza umana, ma costituisce un grande dono per l’uomo.

Il pruno selvatico ci insegna a rispettare i confini. Andando al di là di limiti che non dovrebbero essere superati, facciamo del male agli altri. I roghi delle ‘streghe’ e degli ‘eretici’ su pire di rami di pruno furono un classico esempio di questo.

Il pruno selvatico purifica il corpo e l’anima. Sul piano fisico, la stimolazione del metabolismo contribuisce a disperdere le tossine. Anche sul piano psicologico, vecchie ferite e impurità salgono in superficie per poi essere trasformate. Perciò il pruno fa in modo che ci confrontiamo con il nostro ‘lato oscuro’. Riconoscendo la nostra ombra, possiamo smettere di giudicare gli altri perchè ‘sbagliano’. Il pruno, al contrario di noi, accetta tutto e non giudica mai. 

Myrddn mezzo elfo  luna crescente

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