Gufo

Per i mortali legati alla terra e amanti del sole, il gufo – con la sua abilità di girovagare di notte perfettamente a suo agio e in silenzio – era temuto, anche perché possedeva capacità che l’uomo primitivo poteva rispettare, ma non necessariamente capire. Tutto ciò che l’uomo teme come il buio e la notte – viene visto con sospetto. Così il gufo veniva adorato come conquistatore della notte, ma non sempre gli uomini si fidavano di lui.
Il suo richiamo può essere imitato facilmente, quindi era il presagio di morte che risuonava subito prima di un attacco. In segno di rispetto molte tribù lo chiamavano anche “aquila della notte”, mentre da altre parti ci si riferiva a lui come al grande ingannatore e le sue piume silenziose e
folte erano “piume del mentitore”, cioè di colui che ingannava la preda con un falso senso di sicurezza.

Il gufo e il corvo/cornacchia hanno molti tratti in comune. Il gufo, con la sua capacità di individuare la preda in condizioni in cui l’uomo è praticamente cieco, viene associato simbolicamente alla chiaroveggenza, alla proiezione astrale e alla magia. Di certo i tre uccelli venivano trattati con la stessa mescolanza di ammirazione e apprensione. A livello sciamanico, i loro poteri sono facilmente corruttibili (in altre parole possono essere facilmente usati per scopi malvagi). La magia porta con se un’innata tentazione.

Il gufo viene paragonato anche alla saggezza. Come le dee dell’antichità, permette di vedere la verità dietro la bugia. Analogamente, è in grado di sentire anche le parole non dette. Nota sfumature che altri perdono, è l’essenza della saggezza. Può essere invocato per guardare il mondo attraverso gli occhi di un’ altra persona o per la visione a distanza.
Per orientarsi, ecco una breve lista dei tratti specifici delle diverse specie:
Il gufo delle nevi è bianco ed è messaggero di Wazi, il vecchio mago del nord, associato alla determinazione. E uno dei gufi diurni. Segue per istinto, a volte addirittura precedendola, la selvaggina migratoria. Parla di tempo, profezia e silenzio.

Il grande gufo cornuto si nutre principalmente di moffette, quindi i poteri dei due animali sono collegati. Entrambi richiedono rispetto, anche se per motivi diversi. Il gufo dalle orecchie corte caccia anche di giorno, anche se è perfettamente in grado di farlo di notte. E uno dei pochi che non viene attaccato dalle cornacchie, anche perché prende spesso l’iniziativa e aggredisce per primo. Impartisce versatilità, curiosità e una miscela di fuoco e aria. Il gufo striato compete con quello macchiato per il territorio. È uno dei più benigni, con poche delle accezioni negative degli altri. E’ un vocalista. Insegna grazia e fascino in aggiunta agli altri tratti positivi del gufo.

I barbagianni sono cacciatori adattabili, nonostante la loro reputazione di esseri morbidi e gentili, forse a causa della forma a cuore della loro faccia. Vengono invocati dagli stregoni perché forniscano queste qualità alle loro operazioni. In Europa, tuttavia, vengono associati spesso ai fantasmi e alle anime dei morti.

Molti credono che il gufo rappresenti la saggezza. Può essere invocato per individuare oggetti perduti. Invocarlo significa agire con visione interiore e può essere chiamato anche nel momento in cui si ha bisogno di vedere chiaro nelle tenebre, sia a livello spirituale sia fisico. Rende quindi in grado di affrontare i problemi della vita. Quando appare, può significare che si sta brancolando nel buio. Porta quindi ammonimento, insieme alla visione notturna necessaria per penetrare l’oscurità. Il suo arrivo suggerisce che c’è bisogno di discrezione e osservazione per tenere lontano un attacco. A seconda della specie che appare, può essere il momento di dare un segnale di allarme (gufo comune), o di sedersi, confondersi con l’ambiente, aspettare e vedere quello che succede dopo (gufo delle nevi).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *