I mezzi Elfi sostituti

Il Mezzo Elfo è una creatura fatata
che ha preso il posto di un essere
umano, spesso un bambino o un
neonato. In termini più generali, i
sostituti sono persone di tutte le età
dotate di caratteristiche soprannaturali o fatate, 

ma che comunque vivono normalissime vite umane
e possedere talenti notevoli, come una naturale predisposizione per la musica, 

I mezzelfi sono un incrocio tra umani e elfi. Hanno l’ambizione e la curiosità degli umani, e l’amore per la natura ereditato dagli elfi. I mezzelfi sono considerati estranei ovunque: per gli umani sono degli elfi, e per gli elfi sono degli umani. Fisicamente i mezzelfi hanno il meglio delle due razze, e possono vivere fino a 180 anni. I mezzelfi, come gli umani, sono portati per intraprendere qualsiasi classe con successo.

La sostituzione è uno scambio tra il nostro mondo e quello delle fate. Una fata ha preso il posto di un amico o di un vicino, spesso un bambino o un neonato. In tempi recenti, queste storie hanno assunto un’aura sinistra e spaventosa, incutendo più paura che rispetto per i talenti e la sensibilità delle fate. Le storie che sono arrivate fino a noi potrebbero essere vestigia distorte di un tempo in cui lo scambio semplice e naturale tra il Mondo di Mezzo umano e il mondo fatato era comune e benefico.

In tutta l’Europa del Nord, e soprattutto in Irlanda, in Scozia e nel Galles, i racconti tradizionali narrano di rapimenti di bambini da parte di esseri soprannaturali che prendevano i piccoli lasciando alloro posto impostori orribili o malevoli: i sostituti. In Irlanda e in Scozia i sostituti sono bambini malaticci, bizzosi, capricciosi, che ridono quando
una sciagura si abbatte sulla casa e che talvolta hanno lunghi denti e lunghe barbe. Anche se appaiono con sembianze di bambini, generalmente tradiscono la loro vera identità conversando come adulti e rivelando antiche conoscenze o ricordi di tempi passati, alzandosi dalla culla per suonare il flauto o il violino, o per compiere altre azioni innaturali per un bambino.

Talvolta un flauto, un violino o un qualche altro strumento viene lasciato accanto alla culla, e quando la famiglia
sente la musica più dolce che si possa immaginare può essere certa che il bambino è un sostituto.

Tristemente, la credenza nei sostituti ha spiegato malattie e anomalie infantili, e ha legittimato la tortura di piccoli innocenti nel tentativo di liberarli dallo scambio.

Stolen child è il titolo della poesia scritta da W. B. Yeats (in The Wanderings of Oisin and Other Poems, 1889)  in cui si descrive un rapimento fatato. Yeats fu uno studioso di mitologia irlandese e appassionato collezionista di racconti e leggende sulle fate (ha pubblicato Fairy and Folk Tales of the Irish Peasantry nel 1888 e Fairy Folk Tales of Ireland nel 1892)

Stolen child, il testo

Where dips the rocky highland
Of Sleuth Wood in the lake
There lies a leafy island
Where flapping herons wake
The drowsy water rats
There we’ve hid our fairy vats
Full of berries
And of reddest stolen cherries.

CHORUS

Come away oh human child
To the waters and the wild
With a faery hand in hand
For the world’s more full of weeping
Than you can understand.

Where the wave of moonlight glosses
The dim grey sands with light
By far off furthest Rosses
We foot it all the night
Weaving olden dances
Mingling hands and mingling glances
Till the moon has taken flight
To and fro we leap
And chase the frothy bubbles
Whilst the world is full of troubles
And is anxious in its sleep.

Where the wandering water gushes
From the hills above Glencar
In pools among the rushes
That scarce could bathe a star
We seek for slumbering trout
And whispering in their ears
Give them unquiet dreams
Leaning softly out
From ferns that drop their tears
Over the young streams.

Away with us he’s going
The solemned eyed
He’ll hear no more the lowing
Of the calves on the warm hillside
Or the kettle on the hob
Sing peace unto his breast
Or see the brown mice bob
Round and round the oatmeal chest.

For he comes, the human child
To the waters and the wild
With a faery hand in hand
For the world’s more full of weeping
Than you can understand.

Dove l’altipiano roccioso
di Sleuth Wood (1) si immerge nel lago,
laggiù si trova un’isola verde (2)
dove il frullo d’ali degli aironi,
sveglia i topi d’acqua dormiglioni;
laggiù abbiam nascosto delle fate
i mastelli ricolmi di mirtilli,
e delle più rosse ciliege rubate .

RITORNELLO

Vieni, fanciullo umano!
alle acque e ai boschi
mano nella mano di una fata
perché il mondo contiene più lacrime
di quante tu possa sopportare (3)

Dove l’onda al chiaro di luna tira a lucido
le sabbie grigio scuro
lontano, presso la lontana Rosses (4),
per tutta la notte danziamo
la trama dei balli più antichi,
intrecciando mani e sguardi
finché la luna avrà preso il volo;
e avanti e indietro a balzi
inseguiamo le bolle schiumose,
mentre il mondo è ricolmo di pene
e dorme un sonno ansioso.

Dove l’acqua errabonda zampilla,
dalle colline sopra Glencar (5)
in pozze fra i giunchi,
che a stento una stella potrebbe bagnarsi, (6)
cerchiamo le trote addormentate
e bisbigliandogli nelle teste (7)
doniamo loro sogni inquieti,
sporgendoci piano
dalle felci che piangono lacrime
sui rivoli novelli.

Via con noi egli andò,
il fanciullo dagli occhi gravi:
mai più sentirà i muggiti
dei vitelli sui tiepidi pendii,
o il bollitore sopra il focolare
cantargli la pace nel petto,
nè vedrà i topolini bruni
circolare attorno alla dispensa.(8)

Perché egli viene, il fanciullo umano,
alle acque e ai boschi
mano nella mano di una fata
perché il mondo contiene più lacrime
di quante tu possa sopportare

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