Tiglio delle Fate

I tigli sono tra gli alberi decidui più belli e più alti delle zone temperate. Il tiglio selvatico è autoctono in tutta l’Europa e la Russia Occidentale, mentre il tiglio nostrano viene dall’Europa Centrale e Meridionale. Quando si incontrano danno un ibrido, il tiglio comune (Tilia vulgaris), che si trova spesso nei parchi o lungo i viali.

Le radici di quest’albero scendono molto in profondità; il tiglio si lega saldamente al suolo con molte radici. Ama il calore e l’umidità, di cui ha bisogno per mantenere il denso fogliame. I tigli possono vivere per parecchie centinaia d’anni, e a volte possono raggiungere i mille anni d’età.
Le foglie sono appaiate, abbastanza grandi e a forma di cuore con bordi leggermente dentati. Il fogliame di mezza estate è a volte popolato da piccolissimi afidi che secernono un’appiccicosa sostanza zuccherina. Le foglie diventano gialle e poi dorate all’inizio dell’autunno. I fiori, che vanno dal giallo chiaro al verde pallido, hanno un profumo intenso. 


Nulla del tiglio può nuocere all’uomo, al contrario; solamente il sambuco potrebbe essere più benefico. Il tiglio placa, allevia – in tedesco ‘alleviare’ si dice lindern, termine che deriva proprio dal tiglio. Già nel periodo classico era un albero curativo molto importante: il centauro greco Chirone si guadagnò una grande fama come guaritore e profeta, tanto che ricevette il titolo di ‘Figlio di Filira’ – Filira è il deva-madre del tiglio.
I fiori, le foglie e la corteccia hanno effetti sudoriferi, febbrifughi, antisettici e fanno rilassare i crampi; perciò vengono usati soprattutto per febbri e raffreddori. I fiori secchi si possono conservare in sacchettini di lino o di cotone.

II legno di tiglio è abbastanza duro ed è molto adatto per i lavori d’intaglio. Gli indiani Irokee vi intagliano le maschere dei totem, che usano per i riti di guarigione. Il tiglio ha un altro uso pratico: le sue fibre cribrose sono molto forti e flessibili, ed erano usate sia dagli antichi Greci che dagli Anglosassoni, per fare corde, zerbini, borse e vestiti. Gli Anglosassoni chiamavano il tiglio linde, ma gli davano anche un secondo nome, bcest, che indicava le ceppaie di individui giovani, che venivano tagliati dopo una lunga rotazione di 14-15 anni per la raccolta della rafia.
In molti paesi tribali teutonici, un vecchio tiglio era il punto d’incontro per gli affari del paese. La gente accettava che la condanna inflitta ai criminali fosse alleviata dalla dolce atmosfera di questo albero. Si credeva che il tiglio generasse conoscenza divina, verità, giustizia, chiarezza, e un giusto equilibrio fra capacità di decisione e compassione. Era dedicato a Freya, ‘Signora della Terra’, e dea dell’amore. In Scandinavia, il tiglio era il più importante dei tre Vartràd, gli alberi custodi di case e fattorie, che ricevevano regolarmente offerte e hanno dato il proprio nome a molte famiglie (Lindemann, Tiliander, Linné, …).

La venerazione del tiglio come albero tribale si sviluppò nel famoso Dorflinde tedesco, il ‘tiglio del villaggio’, amorevolmente curato, spesso visitato e molto amato. Questa tradizione era ancora viva nel XIX Secolo, come lo era nel Medioevo. Gli antichi Teutoni, si incontravano sotto gli alberi di tiglio per essere ispirati dal mondo dello spirito, mentre gli indovini degli antichi sciiti praticavano la divinazione utilizzando corteccia di tiglio, e Graves parla di indizi simili nell’antica Grecia. Un fatto particolare accade nella Leggenda di Sigurd, un eroe mortale norvegese, che come importanza uguaglia l’irlandese Cuchulan. Sigurd uccide un drago e si bagna nel suo sangue, che ha il potere di donare l’invulnerabilità. Ma da un albero che sta sopra di lui si stacca una piccola foglia che va ad appoggiarsi tra le scapole, producendo l’unico punto vulnerabile, di cui neppure lui conosce l’esistenza, ma che viene scoperto da un traditore che alla fine lo ucciderà. Dal medioevo in poi, si è sempre creduto che l’albero in questione fosse un tiglio.
Anche nella Leggenda di Sigurd, il tiglio ha un ruolo di riequilibrio. Nell’era eroica, un guerriero non viveva per il successo, ma per l’onore, che era valutato più delle ricchezze e della stessa vita. Dovere spirituale del guerriero tribale era di vivere all’altezza della verità in modo sincero e dignitoso. Un vero guerriero non avrebbe mai abbandonato questi valori per paura della morte o del fallimento. Una pozione magica che dona l’invulnerabilità è solamente un inganno e, rimanendo invulnerabile, Sigurd sarebbe stato presto molto infelice. L’intera idea gli era venuta in un momento di cieco egoismo e di incoscienza. L’albero che fa cadere la foglia su di lui agisce quindi in nome del lato più nobile di Sigurd.
La leggenda in seguito rivela che il tiglio gentile cresce vicino alla caverna del drago feroce. I termini antichi per drago – il germanico Lindwurm, l’antico inglese lindworm e il nome moderno dell’albero hanno tutti la’stessa radice: l’indoeuropeo lentos, ‘flessibile’. In tutte le culture, il drago è la personificazione della forza vitale della terra. Un uomo che incontra un luogo di intensa energia terrestre, o ‘energia serpentina’, si carica sia materialmente che spiritualmente. In tutto il mondo, questi luoghi sacri sono conosciuti da millenni e sono stati usati per ricercare visioni o per eseguirvi rituali. Sembra che Sigurd fosse andato in un bosco sacro di tigli alla ricerca della sua visione.
Il tiglio, nonostante il suo aspetto gentile, ha il potere di farci entrare in contatto con le forze vitali della Terra, ma canalizzerà sempre il potere del drago in modo calmo, sicuro e compassionevole. Il tiglio è il punto d’incontro fra Cielo e Terra. Quando non ci si riesce a concentrare, quando le proprie energie si disperdono, si può ritrovare la calma sotto l’ombra silenziosa di un tiglio.

Myrddn mezzo elfo 13 giugno 2015, luna calante  

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