La zucca di Jack

Fiabe, leggende, curiosità conferiscono a questo «frutto» (della famiglia delle cucurbitacee, come i meloni, le angurie e i cetrioli) un fascino particolare. E’ un frutto ricco di vitamina A e sali minerali, è diuretica e rinfrescante. Utilizzata da millenni nel mantovano per i famosi tortelli, la zucca è famosissima anche per altri per altri motivi.

Tutte le leggende più importanti in cui si narravano cicli epici, antiche saghe, grandi battaglie e si raccontava di re e eroi, si svolgevano nella notte di Samhain. Molte di queste leggende trattavano della fertilità della Terra e del superamento dell’oscura stagione invernale. Così nei villaggi si spegneva ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni soggiornassero nel villaggio, il rito consisteva appunto nello spegnere il Fuoco sacro sull’altare e riaccendere il Nuovo fuoco il mattino seguente, questo simbolizzava l’arrivo del nuovo anno.
I sacerdoti dell’Antico Sentiero si incontravano sulla cima di una collina in un boschetto di querce, albero considerato sacro, per accendere il Nuovo fuoco e offrire sacrifici di sementi e animali.

Bisogna anche ricordare che la musica, la poesia, la danza erano un tutt’uno con la festa di Samhain, cantando intorno al focolare fino al mattino, si sanciva il passaggio tra la stagione solare e la stagione delle tenebre. Quindi si attendeva la metà più buia dell’anno con grande timore e si celebrava con rispetto cosmico e terrore panico l’inizio del regno semestrale del dio dei morti Samhain. Si credeva che alla vigilia di ogni nuovo anno (31 ottobre) il Signore della morte, chiamasse a se tutti gli spiriti dei morti: in un luogo imprecisato un varco era aperto con l’altro mondo così che gli elfi, le fate, e i folletti potevano unirsi e vagare nella nostra dimensione.

E la zucca cosa centra? Tutto iniziò quando Stingy Jack, noto scommettitore e bevitore, una sera di Halloween invitò Satana a bere insieme a lui. Usciti insieme dalla sua casa, scommise con il diavolo che non sarebbe riuscito ad arrampicarsi su un albero. Una volta che il diavolo fu salito sull’albero, Jack incise una croce sul tronco. A questo punto non potendo più il demonio discendere a causa del simbolo sacro, Jack gli propose un patto: se avesse promesso di non tentarlo più avrebbe tolto la croce dall’albero. Satana accettò.

Ma quando Jack morì, le porte del Paradiso gli furono negate a cause dei suoi vizi, e Satana gli negò anche l’accesso all’Inferno a causa del tiro mancino che gli aveva giocato. Il demonio però diede a Jack un tizzone ardente per illuminare il suo cammino nell’oscurità. Jack mise il tizzone in una cipolla svuotata per farlo durare più a lungo. La leggenda vuole che ogni notte di Halloween, Jack vaghi ancora nelle tenebre con la sua brace ardente.
Quando agli inizi del secolo ci fu la carestia delle patate in Irlanda, molti Irlandesi immigrarono in America, e portarono con se le loro antiche tradizioni. In America trovarono le zucche che si adattavano meglio delle cipolle ad essere intagliate. Da quel momento nacque la tradizionale zucca di Halloween o appunto Jack O’ Lantern.

*LE ZUCCHE NELLA TRADIZIONE
Nella tradizione della Halloween odierna, la zucca svuotata e intagliata in forma di viso grottesco, illuminata dall’interno, è spesso considerata una «lanterna scacciadiavoli». In realtà, se oggi ha due ruoli e significati, come a volte succede nel campo del simbolico, cioè è sia un oggetto apotropaico sia una rappresentazione degli stessi «demoni» che dovrebbe cacciare, in passato essa raffigurava il morto presente nella dimensione terrena, caricandosi però in questo periodo dell’anno, in virtù dei simbolismi insiti nella zucca stessa, dei valori mitico-rituali riferibili alla eterna dinamica di morte rinascita e di quelli relativi alla fertilità e fecondità (Priapo, la divinità greca della forza generativa maschile e della fecondità della natura, era appellato anche «custode delle zucche»). Nelle loro varie forme le zucche possono raffigurare sia il fallo maschile che un grembo femminile gravido, e quelle rotonde, per forma e colore, il sole o la luna, gli astri che nei loro cicli perpetui di comparsa e scomparsa, morte e rinascita, segnano il tempo della vita e ne rappresentano una promessa di continuità.

Chevalier e Gheerbrant notano che «la zucca è, per i suoi numerosi semi, un simbolo di abbondanza e fecondità […]. Le zucche crescono anche nelle isole degli Immortali e, grazie a esse, li si può raggiungere e salire in cielo»

Per Alfredo Cattabiani la zucca, con i suoi molti semi, fu considerata sin dall’antichità, in Occidente come in Oriente, simbolo della Resurrezione dei morti: tant’è vero che nelle antiche tombe del Württenberg si sono trovate noci, nocciole e zucche, considerate eccellenti viatici per rinascere, per salire al cielo.

Non a caso, nella festa di Hallowe’en, che si celebra nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, si svuotano le zucche e, dopo averle trasformate in mostruose teste, illuminate da un lumino acceso al loro interno, si sistemano sui davanzali o agli angoli delle vie per rappresentare l’arrivo dei morti nella notte che fra i Celti segnava il Capodanno; e proprio in ogni Capodanno si ha un rimescolamento di vita e morte, una «confusione» da cui nascerà il cosmo rinnovato, la nuova vita”

La tradizione storica relativa alla festa di Halloween vuole che i Celti delle isole britanniche, cioè irlandesi e scozzesi, fossero soliti, nel periodo dedicato al loro capodanno, svuotare grosse rape o cipolle e illuminarle dall’interno, facendone lanterna assunzione di valenze). Quando, verso la metà del XIX secolo, la carestia che colpì l’Irlanda spinse un gran numero di abitanti dell’isola a emigrare in America, essi portarono con se le loro tradizioni, però nel nuovo continente trovarono che le Zucche, che là crescevano enormi e abbondanti, meglio si prestavano all’uso a cui prima avevano destinato cipolle e rape.

Dunque quando la zucca, in America, assunse nell’iconografia il ruolo di rappresentare Halloween più di ogni altra cosa, in Italia era già da molto tempo che questa cucurbitacea veniva svuotata, intagliata, illuminata dall’interno e usata simbolica. mente e ritualmente, soprattutto nelle ricorrenze dei primi di novembre (anche perché nelle campagne, in questo periodo, le zucche, raccolte nei mesi immediatamente precedenti, sono disponibili in abbondanza).

In un suo recente articolo, Marino Niola notava che nelle tradizioni europee il frutto dalla polpa gialla era considerato una sorta di contenitore soprannaturale, di ricettacolo delle anime dei defunti Di questa antica credenza pressoché universale la notte di Halloween è solo l’esempio più conosciuto. Ma nell’Italia contadina l’uso di zucche con occhi, naso, bocca e tanto di lumino acceso all’interno era largamente diffuso ben prima che la mascherata made in Usa colonizzasse il nostro immaginario. Un esempio per tutti: la festa delle lucerne di Somma Vesuviana, nell’entroterra napoletano, in cui i morti si manifestano sotto forma di teste di zucca che brillano nelle tenebre”.

Un simile uso delle zucche è testimoniato come antico e tradizionale in diverse altre parti del nostro Paese (ad esempio Piemonte, Veneto, Romagna, Abruzzo, Puglia). In alcune occasioni esse vengono portate dai partecipanti alla questua, e alla fine distrutte, come a simboleggiare una cacciata, una espulsione delle entità che hanno prima rappresentato.

*Testo tratto da HALLOWEEN NEI GIORNI CHE I MORTI RITORNANO di Eraldo Bandini, Giuseppe Bellosi ed. Einaudi, 2006

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