Il Sidhe: mondo di Mezzo

In quella terra sono giardini, paradisi, animali, minerali… ogni cosa che sia reperibile  in quella terra, assolutamente ogni cosa: è viva e parla, ha una vita analoga a quella di ciascun essere vivente dotato di pensiero e parola. Gli esseri di quella terra corrispondono a ciò che sono quaggiù, con la differenza che in quel luogo celestiale le cose sono permanenti, imperiture, immutabili; il loro universo non muore.

Così nella Terra di luce, in Feerilandia, gli animali parlano. E parlano anche le pietre! Inoltre, ci sono molte specie di animali che non abbiamo mai visto sulla nostra terra. Ogni qualvolta uno di noi tenta di avvicinarsi alla Terra di luce, ecco che subito uno dei suoi abitanti gli si affretta incontro, ed è «un alleato di incommensurabile benevolenza».

Noi stessi, in effetti, siamo parte della terra celestiale, perché il nostro omologo (sembianza o immagine vivente) vi esiste in un corpo di fibre luminose, fibre dotate di sottili, delicati prolungamenti che giungono ai confini del mondo verde. Questo «doppio vivente» è il «compagno di strada» di cui si parla negli insegnamenti feerici. Feerilandia è una dimensione parallela alla nostra. Siamo intimamente legati a essa dalle fibre luminose che si irradiano dai nostri corpi di luce.

La teosofia identifica il regno delle fate con parte di un mondo spirituale di solito nascosto, che coesiste con il nostro mondo fisico. Secondo l’opinione dei teosofi la funzione primaria delle fate è di assorbire il PRANA o forza vitale, dal sole e di distribuirla al mondo fisico. Così le fate dei fiori sono spiriti della natura perché forniscono il legame vitale tra l’energia solare e i minerali del suolo. Da certe fate dipendono la struttura e il colore dei fiori; altre lavorano sottoterra intorno alle radici; altre si occupano su un piano molecolare della crescita della cellula; altre ancora aiutano lo sviluppo dei regni minerale, vegetale e animale. Il corpo delle fate fa parte degli stati più sottili della materia fisica: quando sono  visibili le fate sono su un piano ETERICO (uno stato più sottile dello stato gassoso) e, quando sono invisibili sono su un piano  ASTRALE (uno stato ancora più rarefatto dell’ eterico).

Possono cambiare stato a loro piacere, ma negli stati più fini sono visibili solo ai chiaroveggenti. La materia che costituisce la loro forma è così sensibile e fluida che può essere plasmata da cose impalpabili come il pensiero e il sentimento. Il loro stato normale è una sfera di luce pulsante con un nucleo più luminoso; quando questo si condensa, le fate si materializzano sul piano eterico e spesso usano la coscienza collettiva come modello per costruire la loro forma. In questo modo la forma viene determinata da elementi di imitazione di piante o di animali, oppure da stampi tradizionali. Altre volte intercettano i modelli del pensiero inconscio degli uomini.

È così che l’aspetto delle fate rispecchia spesso i  nostri preconcetti su di loro. Normalmente le forme di queste creature sono diverse e svariate, ma in genere si basano su una figura umana rimpicciolita con un difetto o un’esagerazione negli arti o nelle sembianze. Grazie alla natura eterica della sua struttura, una fata può mutare dimensioni a volontà; se però normalmente è piccola, mantenere dimensioni maggiori per un certo tempo è una fatica notevole. 

Non crediate che le fate siano sempre piccole. In loro tutto è capriccio, perfino le dimensioni. A quanto pare assumono qualsiasi forma o dimensione piaccia loro. W. B. Yeats, nella sua raccolta “Irish Faery and Folk Tales” (1893)

Per poter passare a una nuova forma una fata deve averla ben presente e tenerla fissa nella coscienza, perché appena il pensiero divaga la forma torna alla normalità. Le energie che scorrono attraverso il corpo di una fata provocano spesso la crescita di capelli fluenti e di grandi ali dai colori brillanti e cangianti. Le fate non usano però questi vanni, per volare, perché possono muoversi attraverso l’aria e la materia a loro piacimento.

Come ho già detto, impareremo più avanti a scoprire nei dettagli il regno delle fate. Ma a questo punto chiudete gli occhi per un istante e fate riposare la vostra mente nello spazio che precede il pensiero. In quello spazio indicato negli insegnamenti come punto adimensionale e il cui simbolo è una quercia, c’ è l’ingresso alla terra di luce. Prima che la mente spezzi il flusso di esperienza in discreti osservabili quanta, prima che incaselli ogni dato sensibile nel suo vasto sistema di archiviazione, per un istante si manifesta lo scintillante Reame delle fate.

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